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Allarme precari, il Sindaco di Sant'Angelo di Brolo scrive all'Anci

Come sarà a conoscenza delle SS. LL., le norme nazionali che riguardano il mantenimento degli equilibri di finanza pubblica e quelle regionali introdotte di recente, in particolare la legge n. 5/2014, in tanti Comuni siciliani, non solo non consentiranno la stabilizzazione delle decine di migliaia di lavoratori che da oltre vent'anni vivono lo status di precari, ma impediranno perfino la proroga dei rapporti in essere.
Il problema non ha solo un notevole impatto sociale, atteso che oltre 20 mila famiglie quale unica fonte di reddito hanno solo quella del lavoro con gli enti locali, ma, anche a causa del blocco pressoché totale del turnover, che dura ormai da un decennio, in tantissimi ambiti questi dipendenti sono gli unici detentori delle professionalità necessarie a fare funzionare l'apparato burocratico dei comuni.
La Corte dei Conti - Sezione di controllo della Regione siciliana - si é espressa nel senso che le proroghe dei contratti non possono essere disancorate dal programma del fabbisogno del personale e dall’avvio effettivo delle procedure di reclutamento per occupare gli eventuali posti vacanti nelle dotazioni organiche degli enti, che a loro volta devono sottostare ai limiti e ai vincoli dettati dalle norme finanziarie nazionali.
Da una stima approssimativa fatta di recente, sembra che saranno non più del 15 per cento i Comuni che potranno richiedere il finanziamento, e quindi, procedere con la proroga dei contratti.
Va ricordato, inoltre, che per la copertura dei posti di categoria superiore alla B, l’unica preferenza che rimane è quella del punteggio aggiuntivo per la professionalità acquisita presso l’ente di appartenenza, ma le procedure selettive sono aperte alla partecipazione dall’esterno, con tutte le caratteristiche del pubblico concorso.
Codesta Associazione, oltre a dovere difendere la sopravvivenza degli enti che rappresenta - altrimenti destinati alla bancarotta – dovrebbe farsi carico di aprire una forte iniziativa rivendicativa a sostegno dell’occupazione stabile dei lavoratori precari, che altrimenti rischiano in concreto di rimanere disoccupati.
L’assenza di quei lavoratori priverebbe gli enti locali di risorse umane insostituibili. Non è accettabile che le Istituzioni centrali obblighino i comuni ad assicurare servizi importanti, come l’assistenza, il trasporto scolastico per la scuola dell’obbligo, la sicurezza e la salute dei cittadini e poi, oltre a tagliare drasticamente i trasferimenti, come continuano a fare da diversi anni, privino i comuni di quelle risorse umane.
In assenza di risposte concrete, vista la paralisi che si verrebbe a creare nelle autonomie locali, l’unica risposta forte sarebbe il gesto politicamente estremo di restituire la fascia al Sig. Prefetto e al Sig. Presidente della Regione.
I colleghi Sindaci, che leggono per conoscenza, sapranno valutare compiutamente la condizione del proprio Comune, sostenendo, con lo spirito di solidarietà che ci ha sempre visti compatti in tutte le battaglie in difesa delle popolazioni che amministriamo, ogni iniziativa che l’Anci nazionale e l’Anci regionale sarebbe opportuno che mettessero in piedi per evitare che gli enti soci precipitino definitivamente nel baratro.
Cordiali saluti.
Basilio Caruso

Fonte: scomunicando.it

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