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Precari tutti assunti nella Resais a 18 ore, previsti due giorni di protesta

Due giorni di paralisi nei Comuni, il 12 e 13 parte in Sicilia la rivolta dei precari che chiedono la stabilizzazione. E il primo atto di una vertenza che si annuncia durissima, pianificata dai sindacati autonomi Mgl e Peps, i più rappresentativi.
Il mese di settembre è decisivo per le sorti dei circa 16 mila precari degli enti locali. Entro il 30 i sindaci dovrebbero presentare il piano triennale del fabbisogno di personale: senza questo passaggio non saranno possibili neppure le proroghe dei contratti in scadenza a fine anno.


Ma questo è un passaggio che ha molte insidie: i Comuni lo hanno fallito già ad aprile ed è stata necessaria una proroga della scadenza. E il timore dei sindacati è che si arrivi anche a fine settembre con un nulla di fatto per via della mancanza dei finanziamenti necessari e per una serie di paletti che limitano il numero di posti realmente disponibili per i precari. I vertici di Mgl e Peps - riunitisi a Balestrate nel weekend - hanno ricordato che «non ci sono garanzie per i precari, viste le irrisorie capacità di assunzione da parte dei Comuni e le vertenze non definite col personale delle ex Province e delle Ipab». Queste due categorie, secondo le leggi nazionali, avrebbero la precedenza nelle stabilizzazioni che i Comuni dovrebbero prevedere e andrebbero dunque a occupare posti oggi coperti dai precari. Per questo motivo Mgl e Peps temono che «solo il 10% di noi può aspirare alla stabilizzazione. Gli altri sarebbero fuori dal primo gennaio».
I sindacati autonomi chiedono alla Regione di convocare la cabina di regia sul precariato e al governo nazionale di modificare le norme in vigore per consentire almeno la proroga dei contratti a fine anno. Ovviamente la premessa è che si trovino le risorse nel bilancio regionale, che fino a ora ha finanziato i contratti.
Con queste motivazioni scatta la protesta. Il 12 e 13 sono state indette delle assemblee in tutti i Comuni: l’obiettivo è bloccare per due giorni le amministrazioni in modo da portare a evidenza il peso dei precari. Secondo Mgl e Peps nella maggior parte dei Comuni gli uffici tecnici, quelli che si occupano di sanatoria ed edilizia, i dipartimenti sociali e in qualche caso perfino le Ragionerie non potranno funzionare senza i precari.
L’Anci, l’associazione dei Comuni, prova ad aprire una trattativa: «Molti sindaci sarebbero anche pronti a pre-sentare il piano dei fabbisogni - dice il vicepresidente Paolo Amenta -. Ma questo cambia in relazione alla strada che Stato e Regione intendono seguire. Bisogna prima decidere se si opterà per l’assunzione dei precari in un’agenzia esterna o se dovranno essere i sindaci a mettere negli organici questo personale. Poi bisognerà cambiare la legge nazionale che regola il settore. Nulla si può fare se prima di tutto ciò». Tutto è quindi rinviato a un vertice con governo nazionale e Regione. E l'assessore regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri, annuncia che si terrà il 19.
La Lantieri illustrerà al sottosegretario Rughetti il piano: «Puntiamo a trasferire tutti i precari degli enti locali nella Resais. Sarà poi questo ente a siglare accordi con i Comuni per i fabbisogni da coprire». Il piano prevede che la Regione copra le spese ma «per garantire che i fondi siano sufficienti - conclude la Lantieri - è previsto che l'orario di lavoro (e dunque lo stipendio, ndr) si riduca da 24 a 18 ore settimanali». Mgl e Peps si dicono scettici sull’ipotesi dell’agenzia: «Stanchi delle chiacchiere e delle continue prese in giro, scenderemo in campo con qualunque mezzo e con determinazione al fine di difendere il nostro posto di lavoro che onoriamo da oltre 27 anni».

Fonte: gds.it

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