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Mille precari ASU pagati dalla Regione per stare a casa

Il caso viene sollevato a notte fonda, quando la deputata del Partito democratico Mariella Maggio chiede la parola durante la discussione fiume della Finanziaria in commissione Bilancio: «Dobbiamo risolvere un problema dice che riguarda diversi precari che lavoravano, attraverso cooperative sociali, in alcuni enti che li hanno negli anni messi alla porta.
Si tratta di mille Asu che hanno continuato a ricevere un compenso di 600 euro al mese tranquillamente a casa senza fare nulla, vogliamo mandarli a lavorare dove possono essere utili?». In commissione cala subito il gelo, con l'assessore Alessandro Baccei che salta sulla sedia: «Non ho capito bene dice  paghiamo persone per stare a casa? Chiedo l'intervento della dirigente Antonella Bullara per avere maggiori dettagli». E la dirigente conferma.
A questo punto si scatena un putiferio, con deputati che chiedono di bloccare tutto e Santi Formica che arriva a parlare «di pizzo» che pagherebbero questi lavoratori alle cooperative per poi non fare nulla. Mentre un allibito Giuseppe Di Giacinto chiede la parola e ripete: «Ma davvero paghiamo persone per non fare nulla? No dico, dal punto di vista morale come ci spieghiamo questa situazione?».
Si scopre così che nell'Isola del tesoro la munifica Regione da anni versa un contributo di 600 euro al mese a mille Asu che dal 2004 sono stati messi pian piano alla porta dagli enti nei quali lavoravano: parrocchie, ma anche ispettorati forestali, parchi, Asp, Comuni e perfino uffici dei tribunali. Un pasticcio nato proprio con una norma del 2004 che consentiva di poter stabilizzare questo bacino di precari nato negli anni Novanta e composto da 5 mila persone. La stabilizzazione prevedeva però che lo stipendio dopo cinque anni doveva essere a carico degli enti e non più della Regione, che ha sempre garantito il sussidio. Molti enti hanno rifiutato questo personale, temendo di doversene fare carico e di subire cause di lavoro. Ma nel frattempo la Regione non ha mai riassegnato questi precari ad altri enti.
Il caso era in parte esploso nel 2012, quando si scoprì che 350 di loro non avevano più alcun impiego e vennero quindi inviati come custodi nei piccoli musei: «In questa Regione ci sono sprechi infiniti», tuonava il governatore Rosario Crocetta. Tutto sembrava risolto, ma in realtà la Regione poco dopo avvia un monitoraggio conteggiando in 1.150 gli Asu da anni senza alcun impiego e che hanno continuato a ricevere il sussidio. «Non capisco perché non sono stati assegnati ad altri enti che avevano dato la disponibilità ad accoglierli», dice la Maggio, che in commissione premeva per l'approvazione di una norma in Finanziaria per assicurare questi passaggi. Ma Baccei ha fermato tutto temendo danni erariali e ha chiesto una «relazione dettagliata alla dirigente Bullara».
Di certo c'è che la Regione paga persone che stanno comodamente a casa. Ma c'è di più. Di questi almeno 200 hanno chiesto formalmente di essere impiegati perché stufi di stare con le mani in mano e ricevere il sussidio: «Ma a queste sollecitazioni l'amministrazione non ha risposto», continuala Maggio.
Il deputato Formica di Forza Italia propone la stabilizzazione di questo personale per evitare «strane situazioni»: «Per poter ricevere il sussidio questi precari devono essere iscritti a cooperative sociali, pagando una sorta di pizzo per poter poi ricevere il compenso», dice. Ad oggi la platea degli Asu è composta da 5 mila unità che costano alle casse della Regione 30 milioni di euro all'anno. Ma nella terra con il record di disoccupati la Regione solo ora si accorge che paga mille persone che non fanno nulla. Il costo? 7,2milioni di euro all'anno. Soldi gettati al vento.

Fonte: Larepubblica

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