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Uno studio dimostra la relazione tra lavoro precario e asma bronchiale: il rischio aumenta del 24%, ecco perchè.

Quale relazione può esserci tra lavoro precario easma bronchiale? I risultati di una sperimentazione realizzata da ricercatori dell’Università di Düsseldorf, pubblicati recentemente hanno dimostrato, invece che c’è una stretta relazione tra le due cose.
Che la crisi economica, la perdita del posto di lavoro potesse influire sulla salute mentale di un individuo era ipotizzabile: stati d’ansia, stress, irritabilità, frustrazione sono tutti fenomeni che possono dar luogo anche a disturbi fisici come depressione e insonnia.
Ma l’asma è una malattia fisica che poco può avere a che fare con la precarietà del posto di lavoro. Lo studio di cui parleremo in quest’ articolo, invece dimostra che proprio la precarietà del lavoro aumenta il rischio di contrarre l’asma bronchiale del 24%, percentuale che cresce ancora, fino a toccare punte del 60%, se la paura di perdere il posto di lavoro appare più vicina nel tempo, come ad esempio entro due anni.
Lo studio dei ricercatori tedeschi ha preso in esame 7000 individue e li ha tenuti sotto controllo per 3 anni, dal 2008 al 2011, proprio il periodo in cui la crisi economica ha iniziato a fare capolini in Europa. Durante il monitoraggio i ricercatori hanno individuato la comparsa di 105 nuovi casi di asma nelle persone che stavano osservando, distribuiti equamente tra uomini e donne e tutti causati dalla preoccupazione di perdere il posto di lavoro. Un caso? Una coincidenza?
Lo studio ha evidenziato, tra le altre cose, che questo effetto collaterale colpisce maggiormente i lavoratori a basso reddito, se di età giovane e single. Anche la paura di non riuscire a migliorare la propria posizione lavorativa passando il proprio contratto da tempo determinato a tempo indeterminato potrebbe essere fonte di depressione. Quale connessione quindi tra stress, depressione e asma?
Questa connessione da qualche tempo è conclamata: lo stress, infatti, si ritiene possa alterare il sistema immunitario aumentando la risposta di quest’ultimo e aumentando in questo modo il rischio dell’asma bronchiale ma è la prima volta che si mette in relazione la patologia con il lavoro precario.
di Patrizia Del Pidio G+

Tratto dal sito: forestalinews.it

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