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Anche per i precari della Sanità arriva la stabilizzazione per chi ha lavorato per oltre 36 mesi

Nella tormentata vicenda dei lavoratori precari del comparto Sanità entra in gioco il Tribunale del Lavoro di Trani che ha emesso una sentenza shock : chi ha lavorato per oltre 36 mesi a tempo determinato, va stabilizzato immediatamente.
Non c’è piano di rientro che tenga, non c’è da aspettare più i tempi della politica per nuovi bandi e concorsi, il diritto al lavoro per medici, infermieri e personale tecnico – amministrativo della sanità pugliese passa dalle aule dei Tribunali, e precisamente dal Tribunale del Lavoro di Trani che ha stabilito con la sentenza n° 1125/13 il diritto di un medico ad essere stabilizzato, ovvero a vedere il proprio contratto di lavoro a tempo determinato trasformato in tempo indeterminato, dopo aver lavorato per oltre 36 mesi.

I fatti : nel 2013 un medico in servizio presso l’ospedale di Trani, uno dei tanti in attesa di essere stabilizzato ed in attesa del nuovo concorso, si rivolge al Giudice del Lavoro ai sensi dell’art. 5, comma 4-bis del Decreto Legislativo 368/2001, il quale prevede proprio che oltre i 36 mesi di servizio il lavoratore precario va stabilizzato ; dopo un anno arriva la sentenza di condanna nei confronti dell’Asl Bat e della Regione Puglia che oltre a stabilizzare il medico, lo risarcisce con una cifra che si aggira intorno ai ventimila euro, per ” violazione di norme imperative e per l’illegittimità del termine apposto ai contratti”.
Questo medico non avrà bisogno di aspettare altri concorsi, per lui il diritto all’ assunzione è già una realtà ; potrà prestare assistenza ai suoi pazienti con serenità e senza ansie da scadenza contrattuale.
I lavoratori del comparto sanità in possesso del requisito dei 36 mesi sono dunque avvertiti: i giudici hanno stabilito che è illegittimo sfruttare il personale precario, per poi mandarlo a casa ed assumere, magari con contratti atipici, altro personale sempre precario.
Il diritto alla salute non può essere sorretto dai precari, sia per la continuità assistenziale sia per la tutela dei diritti di medici, infermieri e personale tecnico-amministrativo dei nostri ospedali che adesso, grazie a questo importante precedente giurisprudenziale, potranno agire per la trasformazione del proprio contratto da tempo determinato a tempo indeterminato.
Questo studio legale ha deciso di promuovere un’azione legale per violazione del D. Lgs 368/2001 per i lavoratori in possesso del requisito dei 36 mesi.
Nella tormentata vicenda dei lavoratori precari del comparto sanità entra in gioco il Tribunale del Lavoro di Trani che ha emesso una sentenza shock: chi ha lavorato per oltre 36 mesi a tempo determinato, va stabilizzato immediatamente.
Non c’è piano di rientro che tenga, non c’è da aspettare più i tempi della politica per nuovi bandi e concorsi, il diritto al lavoro per medici, infermieri e personale tecnico-amministrativo della sanità pugliese passa dalle aule dei Tribunali, e precisamente dal Tribunale del Lavoro di Trani che ha stabilito con la sentenza n° 1125/13 il diritto di un medico, seguito dall’avvocato Graziangela Berloco, ad essere stabilizzato, ovvero a vedere il proprio contratto di lavoro a tempo determinato trasformato in tempo indeterminato, dopo aver lavorato per oltre 36 mesi.
LA VICENDA Nel 2013 un medico in servizio presso l’ospedale di Trani, uno dei tanti in attesa di essere stabilizzato ed in attesa del nuovo concorso, si rivolge al Giudice del Lavoro ai sensi dell’art. 5, comma 4-bis del Decreto Legislativo 368/2001, il quale prevede proprio che oltre i 36 mesi di servizio il lavoratore precario va stabilizzato.
Il medico dopo un anno ha vinto la sua battaglia grazie alla sentenza di condanna nei confronti dell’Asl e della Regione Puglia che oltre a stabilizzare il medico, lo risarcisce con una cifra che si aggira intorno ai ventimila euro, per ”violazione di norme imperative e per l’illegittimità del termine apposto ai contratti”.
Questo medico non avrà bisogno di aspettare altri concorsi, per lui il diritto all’ assunzione è già una realtà e potrà prestare assistenza ai suoi pazienti con serenità e senza ansie da scadenza contrattuale.
I lavoratori del comparto sanità in possesso del requisito dei 36 mesi sono dunque avvertiti: i giudici hanno stabilito che è illegittimo sfruttare il personale precario, per poi mandarlo a casa ed assumere, magari con contratti atipici, altro personale sempre precario.
Il diritto alla salute non può essere sorretto dai precari, sia per la continuità assistenziale sia per la tutela dei diritti di medici, infermieri e personale tecnico-amministrativo dei nostri ospedali che adesso, grazie a questo importante precedente giurisprudenziale, potranno agire per la trasformazione del proprio contratto da tempo determinato a tempo indeterminato.

Fonte: Studio Legale Berloco
Fonte: palermomania.it

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