Precari Asu Siciliani costretti a 'Pane e Cipolle'
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- Categoria: notizie asu
- Pubblicato Giovedì, 11 Settembre 2014 21:58
- Scritto da Salvo
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Continua il protrarsi dei ritardi delle mensilità relative ai dipendenti ASU in forza agli Enti Pubblici, ASP, e privato sociale. Non sono servite a nulla le proteste che in quasi tutti i comuni della Sicilia si sono susseguite nei mesi di giugno e luglio, proteste placate in parte con la parziale retribuzione di due delle quattro mensilità mancanti e con la promessa delle istituzioni di una regolarità mensile dei futuri pagamenti.Dal Dipartimento Lavoro fanno sapere, che il nuovo Direttore Generale Dott. Sivio Oieni appena insediato in sostituzione della dimissionaria Dott.ssa Corsello dopo lo scandalo del Piano Giovani, per un intoppo burocratico relativo alla delibera d'incarico non può ancora firmare gli impegni di spesa, ma garantiscono che il problema sarà risolto a breve e che entro la prossima settimana al massimo i mandati saranno alla cassa regionale.
E mentre non si da alcuna garanzia a quante mensilità arretrate le asfittiche casse regionali potranno dare copertura, al tempo stesso gli ASU devono continuare a garantire i propri turni di lavoro per evitare diservizi presso le strutture in cui prestano servizio ed incorrere in sanzioni disciplinari. Considerato poi che il lavoratore ASU gode di un sussidio di disoccupazione di natura meramente assistenziale di poco più di €.500 e non ha un contratto di lavoro, non si applica nemmeno il diritto alla retribuzione del lavoro disciplinato dall'art.36 della Costituzione e dell'art.2099 del Codice Civile che impongono al datore di lavoro di rispettare i vincoli contrattuali, compresa la data di erogazione dello stipendio, imposti per legge o dai CCNL a livello nazionale o locale.
Insomma siamo alle solite; "Doveri" ma non "Diritti", e sempre sotto la totale indifferenza del governo regionale e nazionale, dei sindacati di categoria e degli organi di controllo.
In una Sicilia che sprofonda sempre più, tra corruzione, giochi di potere e di poltrone, stretta tra i tagli del governo nazionale, e l'incapacità di spendere le risorse per l'occupazione messe a disposizione dalla comunità europea, a farne le spese sono soprattutto i precari, dai forestali, alla formazione, dai "contrattisti", agli ASU, che oltre a non percepire per mesi la retribuzione lavorativa sono spesso additati come il problema ed il cancro da estirpare dell'isola, complici e al tempo stesso vittime del sistema politico siciliano.
Il "Piano Giovani" è l'ultimo dei più eclatanti esempi d'incapacità della politica isolana, e del governo, non tanto per il flop del "click day", ma per le modalità di attuazione e selezione dei lavoratori e delle imprese. Quali prospettive si possono dare ai giovani impegnati per sei mesi come guardiapecore o cameriere, senza alcun vincolo all'assunzione o senza una vera agevolazione per le imprese?
D'altronde in un isola che ha gli ASU come esempio di fallimento di piano per i giovani, non ci si poteva aspettare miracoli. ASU che ricordiamo sono nati da una delle tante norme (Dlgs 280/97) la cui intestazione recita "...materia di interventi a favore di giovani inoccupati nel Mezzogiorno...", che a 17 anni dalla loro creazione, giovani non sono più, ma inoccupati loro malgrado lo sono rimasti, intrappolati tra una "promessa" di assunzione e una totale assenza di offerte di lavoro. E mentre si sta per avviare un nuovo autunno caldo, ricco di rincari e tasse, dalla TASI alla TARI, gli ASU saranno nuovamente costretti a vivere di una frugalità prossima all’indigenza, per non aver niente di meglio con cui sfamarsi che non "Pane e Cipolle".
E mentre non si da alcuna garanzia a quante mensilità arretrate le asfittiche casse regionali potranno dare copertura, al tempo stesso gli ASU devono continuare a garantire i propri turni di lavoro per evitare diservizi presso le strutture in cui prestano servizio ed incorrere in sanzioni disciplinari. Considerato poi che il lavoratore ASU gode di un sussidio di disoccupazione di natura meramente assistenziale di poco più di €.500 e non ha un contratto di lavoro, non si applica nemmeno il diritto alla retribuzione del lavoro disciplinato dall'art.36 della Costituzione e dell'art.2099 del Codice Civile che impongono al datore di lavoro di rispettare i vincoli contrattuali, compresa la data di erogazione dello stipendio, imposti per legge o dai CCNL a livello nazionale o locale.
Insomma siamo alle solite; "Doveri" ma non "Diritti", e sempre sotto la totale indifferenza del governo regionale e nazionale, dei sindacati di categoria e degli organi di controllo.
In una Sicilia che sprofonda sempre più, tra corruzione, giochi di potere e di poltrone, stretta tra i tagli del governo nazionale, e l'incapacità di spendere le risorse per l'occupazione messe a disposizione dalla comunità europea, a farne le spese sono soprattutto i precari, dai forestali, alla formazione, dai "contrattisti", agli ASU, che oltre a non percepire per mesi la retribuzione lavorativa sono spesso additati come il problema ed il cancro da estirpare dell'isola, complici e al tempo stesso vittime del sistema politico siciliano.
Il "Piano Giovani" è l'ultimo dei più eclatanti esempi d'incapacità della politica isolana, e del governo, non tanto per il flop del "click day", ma per le modalità di attuazione e selezione dei lavoratori e delle imprese. Quali prospettive si possono dare ai giovani impegnati per sei mesi come guardiapecore o cameriere, senza alcun vincolo all'assunzione o senza una vera agevolazione per le imprese?
D'altronde in un isola che ha gli ASU come esempio di fallimento di piano per i giovani, non ci si poteva aspettare miracoli. ASU che ricordiamo sono nati da una delle tante norme (Dlgs 280/97) la cui intestazione recita "...materia di interventi a favore di giovani inoccupati nel Mezzogiorno...", che a 17 anni dalla loro creazione, giovani non sono più, ma inoccupati loro malgrado lo sono rimasti, intrappolati tra una "promessa" di assunzione e una totale assenza di offerte di lavoro. E mentre si sta per avviare un nuovo autunno caldo, ricco di rincari e tasse, dalla TASI alla TARI, gli ASU saranno nuovamente costretti a vivere di una frugalità prossima all’indigenza, per non aver niente di meglio con cui sfamarsi che non "Pane e Cipolle".
di Salvo Cariddi
