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Finanziaria, l'articolo sugli asu tra i 12 articoli al voto entro sabato

La Finanziaria rimane al palo. All'Ars manca un accordo di maggioranza per proseguire i lavori in maniera spedita e il capogruppo dei Centristi di D'Alia, Marco Forzese, lancia l'ipotesi di votare solo un testo molto snello.
"Non illudiamoci che in tre giorni si possano votare sia la finanziaria che il ddl collegato, quando domenica sappiamo che il principale partito di maggioranza sarà impegnato nelle primarie - dice Forzese - ritengo pertanto che si debba votare una finanziaria snella entro domani e su questo il presidente Ardizzone può impegnare l'Aula, e rinviare le norme del collegato alla prima settimana di maggio. Abbiamo necessità di dotare la regione della legge di bilancio e della manovra che la corregge entro il 30 aprile, per tutto il resto si può utilizzare una finestra nella prima decade di maggio con un lavoro di sintesi che spetta al governo Crocetta". Proposta accolta dal Pd: "Approviamo sette-otto articoli e poi vediamo", dice Giovanni Panepinto. Subito Ardizzone ha convocato una conferenza dei capigruppo per decidere cosa fare. Alla fine la conferenza dei capigruppo ha deciso che entro sabato verranno votati i seguenti articoli: 1, 2, 3, 6, 8, 12, 13, 15, 22, 23, 26, 34. Si tratta delle norme relative a Comuni, province, finanziamenti leggi di spesa, enti in liquidazione, societa' partecipate, Consorzi di bonifica, Fondo pensioni e immobili, disabili, Asu e Lsu, sportellisti, pubblicità sui giornali, Aras. Le 4 norme del Collegato sono gli articoli: 7, 35, 61 e 68 e riguardano, invece, i fondi comunitari e l'articolo che da' la possibilita' di spendere fino al 30 giugno i fondi dell'ex Tabella H.
Intanto duecento sindaci hanno manifestato a Palazzo dei Normanni contro i tagli ai trasferimenti regionali ai Comuni previsti in Finanziaria e contro la norma che prevede la decadenza delle giunte e del consilgio in caso di mancata approvazione del bilancio. Ad accoglierli il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, il governatore Rosario Crocetta e i capigruppo. Se da un lato Ardizzone ha invitato i sindaci a non enfatizzare la norma sulla decadenza di sindaco e giunta, certo che "si troverà, attraverso la buona politica, una soluzione condivisa per procedere alla modifica della norma in questione", dall'altro il presidente dell'Anci Sicilia Leoluca Orlando, ha precisato che "i sindaci sono sempre più preoccupati per la continua mortificazione del ruolo delle autonomie locali".
Il vice presidente dell'Associazione dei comuni siciliani, Paolo Amenta, ha ribadito la necessità di un confronto politico sereno e ha poi chiesto se esista "la volontà da parte del governo regionale di ritirare le procedure di diffida ai comuni per l'approvazione dei bilanci e di concedere finalmente ai comuni i 115 milioni di quota investimenti che, da soli, potrebbero risollevare le finanze". Crocetta ha assicurato che nel pomeriggio la Regione si costituirà "ad adiuvandum" nei procedimenti di scioglimento dei Consigli comunali, evidenziando la necessità di "avviare tutti insieme una riforma degli enti locali, analizzando il tessuto normativo globale senza spot estemporanei".
I fondi ai Comuni
Nei giorni scorsi è stata approvato un primo articolo della Finanziaria proprio sui trasferimenti ai Comuni.  E l'assessore all'Economia Alessandro Baccei rimanda alò mittente le accuse di tagli al bilancio. "La Sicilia è la regione italiana che fa i trasferimenti più alti ai Comuni, abbiamo lasciato le risorse stabili dal 2015, per un totale di oltre 800 milioni di euro, negli ultimi anni i trasferimenti regionali ai Comuni non sono mai diminuiti, anzi posso dimostrare, come dice la Corte dei conti, che sono sono aumentati",  dice Baccei che assicura come "la stessa somma è prevista nella Finanziaria di quest'anno e carte alla mano - l'ultima relazione della Corte di Conti in materia di trasferimenti ai Comuni - dal 2012 al 2015 i trasferimenti hanno registrato un'inversione di tendenza passando da 906,3 milioni a 829,1 milioni. Sono oltre 800 milioni, non 300 quindi". Il sindaco di Palermo e presidente dell'Anci Sicilia Leoluca Orlando ha parlato
di "cifre poco sopra i 200 milioni". Secondo l'assessore, le difficoltà economiche dei Comuni derivano dalla mancata riscossione delle imposte locali. "Sempre la Corte dei conti - aggiunge Baccei - dice che il tasso di riscossione delle imposte locali dei Comuni è del 55% contro una media nazionale del 69%. Questa differenza vale 650 milioni. I dati del ministero dell'Interno dicono che per alcuni comuni le percentuali di riscosso sono sotto il 10%".

Fonte: palermo.repubblica.it

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