Questo sito utilizza cookie tecnici e analitici per consentire la fruizione ottimale del sito e cookie di profilazione di terze parti per mostrare pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso all'installazione di qualsiasi cookie clicca qui. Scorrendo questa pagina o chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.

Colleghi Asu Web

Mar04232024

Last update11:05:06 AM

Ultima Ora:

Font Size

Profile

Menu Style

Cpanel

Anci: Emergenza precari non risolta. Comuni a rischio default.

Qualche giorno fa sulla Gazzetta Ufficiale della Regione è stata pubblicata la legge omnibus sull’esercizio provvisorio. Una legge “creativa”, che per la prima volta nella storia dell’Autonomia siciliana va al di là dell’autorizzazione in dodicesimi del Bilancio. Tra i commenti che accompagnano questa legge c’è anche la soddisfazione per aver risolto il problema dei precari dei Comuni siciliani. Ma è davvero così?


loraquotidiano.it ha posto alcune domande a Paolo Amenta, che all’Anci Sicilia – del quale è vicepresidente – si occupa proprio di questioni finanziarie.
- Allora, vicepresidente Amenta, tutto risolto con i precari dei comuni?
“Non mi sembra proprio. La legge risolve il problema del rinnovo dei contratti. Ma la questione finanziaria resta aperta”.
- Ci faccia capire: per ora chi è che paga questi circa 24 mila precari che lavorano degli enti locali siciliani?
“I comuni”.
- Con quali soldi?
“Con le scoperture di tesoreria. Cioè con indebitamenti molto onerosi”.
- Si sta continuando così anche nel 2015?
“Praticamente sì”.
- Ma così i comuni siciliani non rischiano il crac?
“Certo. Tant’è vero che, piano piano, i comuni siciliani vanno in dissesto. Un paio di giorni fa, per esempio, è toccato a Lentini annunciare il dissesto finanziario”.
- Ma qual è la situazione?
“È semplice. La Regione, nel 2014, avrebbe dovuto erogare ai comuni siciliani circa 450 milioni. Ma ne ha erogato solo 200. Poi c’è il fondo per il precariato. Sono altri 270 milioni, sempre con riferimento al 2014. E ha erogato, sì e no, 90 milioni o giù di lì. Se facciamo quattro conti, la Regione deve ancora erogare ai comuni oltre 350 milioni di euro dello scorso anno”.
- E per il 2015?
“Anche questa è una bella questione. Per ora non c’è nulla. E non è finita. C’è anche la vicenda della legge sul federalismo fiscale. È una legge nazionale del 2009 ancora bloccata. Un blocco che fa venire meno la perequazione fiscale e infrastrutturale”.
- Scusi, ma di chi è la responsabilità del mancato riconoscimento ai comuni siciliani della perequazione fiscale e infrastrutturale?
“Del governo nazionale che non applica la legge. E del governo regionale di Rosario Crocetta che non chiede l’applicazione di questa legge”.
- Che succederà quest’anno?
“In queste condizioni i comuni siciliani non potranno che indebitarsi, aumentando contemporaneamente la pressione fiscale a carico dei cittadini”.
- Però molti comuni vanno in dissesto comunque.
“Certo. Non è che possiamo fare fallire le famiglie e le imprese perché lo Stato e la Regione non pagano. I sindaci rappresentano il livello più vicino ai cittadini. Noi siamo gli unici a sapere qual è il vero livello di povertà nei nostri comuni”.
- È un livello preoccupante?
“In tanti casi è molto preoccupante. Ci sono comuni siciliani nei quali tante famiglie e tante imprese sono già alla fame”.
- Ma avete spiegato questo al governo regionale?
“Certo. Nei giorni scorsi ho incontrato l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei. Le cose che sto dicendo a voi le ho illustrate a lui”.
E che ha risposto?
“Mi ha detto: vuole che le risponda con una bugia o preferisce conoscere la verità? Io, ovviamente, ho detto di voler conoscere la verità. Così Baccei mi ha detto: lo sa che io, a maggio, non ho la minima idea di come pagare circa cinquantamila persone?”.
- Si riferiva alle categorie non garantite dalla legge sull’esercizio provvisorio “creativo”?
“Per l’appunto. L’assessore si riferiva alle categorie per le quali, nel bilancio provvisorio, ci sono i soldi fino al 30 aprile”.
- Che cosa chiede l’Anci siciliana a Baccei?
“A Baccei chiediamo di prendere una posizione sui fondi Fas, un miliardo e 100 milioni di euro che dovrebbero essere utilizzati per investimenti. Risorse che l’assessore vuole utilizzare per spesa corrente. Noi non siamo d’accordo. Poi Baccei e il sottosegretario Delrio dovrebbero chiarire cosa sono gli accantonamenti negativi. Parliamo del miliardo e 700 milioni di euro inserito nel Bilancio provvisorio. Insomma, vogliamo sapere se le trattenute sugli stipendi pubblici possono rimanere in Sicilia”.
- Eppure Delrio ha detto che questa è la strada giusta…
“Delrio dovrebbe riflettere su quello che ha detto. Anziché provare a tranquillizzare i siciliani, gli chiediamo di verificare gli indicatori economici italiani prodotti dal governo Renzi. A partire dall’aumento del debito pubblico nazionale. E di verificare il dato sulla disoccupazione: quasi il 13,5% nel nostro Paese, mentre in America e in Germania il tasso di disoccupazione è poco sopra il 5%. La strada giusta di Renzi, Baccei e Davide Faraone ha portato la Sicilia a raggiungere il record mondiale della disoccupazione giovanile: oltre il 65%. Con il 35% di disoccupazione generale”.
- Delrio dice che finalmente la Sicilia ha speso i fondi europei.
“Se i risultati sono questi, beh, sono stati spesi male. Quello che conta è la qualità della spesa, non la quantità”.
- Delrio dice che i siciliani non devono fare vittimismo…
“Ricordo a Delrio che il vittimismo nasce da un furto perpetrato dallo Stato su fondi che avrebbero dovuto servire per ridurre la distanza tra Centro-Nord e Sud. Mi riferisco al miliardo di euro dei fondi Pac tolti alla Sicilia. Una storia vergognosa ”.

Fonte: loraquotidiano.it

Visite

3121280
TodayToday49
YesterdayYesterday219
This_WeekThis_Week268
This_MonthThis_Month4103
All_DaysAll_Days3121280

I Video

I più letti