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Cappello M5S: Precari in sicilia usati per i consensi, almeno rendiamoli produttivi

Francesco Cappello, capogruppo del Movimento Cinque Stelle. «Oggi è impensabile eliminare certi bacini di precariato, pur essendo stati creati ad arte per creare consenso. Ma bisogna impiegarli nella pubblica amministrazione e renderli produttivi»: Francesco Cappello, capogruppo del Movimento Cinque Stelle all'Ars, spiega l'idea del suo partito sulla questione precari in Sicilia. La legge da voi proposta e approvata sul tetto dei 20 mila euro al reddito Isee dei Pip sta creando molte polemiche tra precari e deputati,che sostengono sia troppo stringente. Cosa rispondete? «Adire la verità le proteste che sono scoppiate provengono soprattutto da deputati di Palermo, quasi come se la materia fosse di materia esclusiva del territorio dove i lavoratori svolgono le mansioni e non di tutti i siciliani. Questo dimostra che certi bacini sono stati creati ad arte per ottenere facili consensi. Noi pensiamo che la nostra proposta, che ha avuto il parere favorevole del governo ed è stata approvata dall'Aula, vada nella direzione dell' equità sociale». I Pip sostengono però che 20 mila euro di reddito Isee sono pochi, per chi vive magari con i genitori o ha figli a carico. «Non sono pochi, dire che non bastano mi pare eccessivo.
L'Isee comprende anche altre voci, nel calcolo prevede sgravi come ad esempio i costi per l'affitto. Ripeto, non è una norma punitiva ma di equità sociale. Poi è chiaro che certi deputati, per questioni elettorali o di altro genere, vogliono perorare questa causa. Se sono convinti che questa norma è da modificare, invece di parlare davanti alle telecamere propongano una modifica alla legge e l'Aula si determinerà». Ritenete che il limite al reddito debba valere per tutte le categorie di precari? «In linea di principio sì, e lo dimostrano anche le scoperte e le inchieste che hanno smascherato persone ricchissime che percepivano il sussidio. Oggi in Sicilia il precariato è diventato purtroppo una regola. Ma è impensabile eliminare interi bacini di precari in un periodo di crisi come questo, anche se sono stati creati ad arte per creare consenso. Per cui o si impiegano nella pubblica amministrazione rendendoli produttivi, o continueremo a sprecare denaro pubblico». Intanto le imprese rivendicano misure per lo sviluppo e il pagamento dei debiti piuttosto. Confindustria ha pure criticato i deputati che difendono i precari. «Purtroppo, mentre il governo discute di rimpasto, in commissione ci sono due ddl importantissimi, quello sui pagamenti alle imprese e la manovra bis, che sono bloccati. Ad oggi non è stato fatto nulla,non c'è un assessore al Bilancio, la Sicilia brucia e siamo in attesa che si definiscano gli assessori. Dobbiamo discutere al più presto la manovra bis che rischia di falcidiare i fondi per il sociale e invece non garantirà tagli significativi alla spesa pubblica. Sulla norma salva-imprese non siamo contrari, ma non è possibile ricorrere al mutuo trentennale mantenendo inalterati Irap e Irpef, già altissimi per il debito della sanità. Per la copertura del mutuo perché non attingere dalle pensioni d'oro o dagli stipendi dei burocrati che già percepiscono in abbondanza?». Qual è la vostra idea di sviluppo? «Il Movimento Cinque Stelle si schiera principalmente in difesa delle piccole e medie imprese. Per noi è fondamentale rendere più facile l'accesso al credito alle aziende. È questa, per noi, la misura principale da adottare, perché se non creiamo occasioni di sviluppo aiutando chi ha problemi di liquidità ed è costretto a chiudere, non riusciremo mai a creare lavoro vero. E in questa direzione abbiamo avanzato numerose proposte che il governo però ci ha boicottato. Il caso più eclatante è quello del taglio dei nostri stipendi. Una norma approvata in Finanziaria prevedeva la creazione di un fondo nel quale i Cinque stelle avrebbero destinato parte degli stipendi e il governo avrebbe versato un milione e mezzo. Ma Crocetta e Bianchi hanno perso tempo e ad oggi non è stato fatto nulla, per cui stiamo pensando di destinare i nostri risparmi alle imprese tramite altri canali privati».

Tratto dal Giornale di Sicilia del 07.04.2014

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