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Precari, due mesi per salvare 15 mila contratti

Ancora due mesi per salvare il contratto dei precari degli enti locali. Mentre una sentenza della Corte di Giustizia Europea rischia di obbligare la Regione a una stabilizzazione immediata. Sono i giorni più caldi per la platea di circa 15 mila precari in servizio nei Comuni.
L’Ars ha approvato, nell’ambito della Finanziaria bis, una piccola norma che sposta al 30 novembre un termine che era previsto scadesse a fine settembre. È il termine entro il quale i sindaci avrebbero dovuto presentare dei piani per le stabilizzazioni: senza questi piani, che dovrebbero avere uno sviluppo triennale, non sono possibili neppure le semplici proroghe dei contratti in scadenza a fine anno.
A meno di colpi di scena, nessun sindaco si sarebbe presentato con le carte in regola il 30 settembre. E ciò si sarebbe tradotto in un avviso di licenziamento per tutti i precari. A questo punto l'assessore regionale agli Enti Locali, Luisa lantieri, ha fatto approvare un emendamento che sposta tutto al 30 novembre. Cosa può cambiare in due mesi? Alla Regione si augurano che nel frattempo venga approvata l'ennesima legge per i precari. La Lantieri ha sottoposto la bozza al sottosegretario Rughetti ricevendone un via libera informale che entro qualche giorno potrebbe diventare formale. È la norma in cui si prevede il trasferimento dei precari alla Resais che poi sfruttando le procedure di mobilità distribuirà questo personale in tutti i Comuni dove c’è bisogno. Va detto che i precari hanno protestato contro questo piano, temendo che si traduca anche in un ridimensionamento dei contratti da 24 a 18 ore settimanali con relativo taglio dello stipendio.
Da giorni i sindacati autonomi Mgl e Peps hanno indetto assemblee permanenti nei Comuni con l’obiettivo di paralizzare gli uffici in cui il personale a contratto riveste un ruolo decisivo.
La legge che la Lantieri intende proporre prima alla giunta e poi all 'Ars andrebbe approvata entro il 30 novembre e non può però prescindere da alcune deroghe a norme nazionali sulle procedure per l’assunzione nelle pubbliche amministrazioni.
Ma mentre la Regione lavora su questo fronte, da Bruxelles potrebbe essere arrivata una mazzata. La Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza, mercoledì 14, in cui si sancisce che i contratti prorogati oltre i 36 mesi devono essere trasformati a tempo indeterminato. E cosi il ricorso presentato dalla signora Maria Elena Perez Lopez contro l'ospedale di Madrid potrebbe cambiare le carte in tavola anche per i precari dei piccoli e grandi Comuni siciliani. Alla signora Lopez è stato riconosciuto dalla Corte Europea che «il ricorso a una successione di contratti a tempo determinato al fine di soddisfare esigenze permanenti nell’ambito dei servizi sanitari è contrario al diritto dell'Unione. L'utilizzo di tali contratti può essere giustificato solo dalla necessità di far fronte ad esigenze provvisorie».
La Corte ha ricordato nella sentenza che «gli Stati membri devono prevedere nella loro normativa, al fine di prevenire l’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato, almeno uno di questi tre punti: le ragioni obiettive mediante le quali il rinnovo dei contratti a tempo determinato può essere giustificato, la durata massima complessiva per la quale tali contratti possono essere successivamente conclusi, il numero di rinnovi possibili di tali contratti».
La sentenza è diventata un’arma su cui Forza Italia conta per andare in pressing sulla Regione. Per il deputato palermitano Vincenzo Figuccia «questa sentenza apre nuovi scenari in Sicilia. I precari degli enti locali e di altri soggetti pubblici, gli ex Pip, gli Asu, gli Lsu, i dipendenti della Formazione, i forestali, i dipendenti degli Ato potranno avere la possibilità di farsi giustizia».
Ma la Lantieri frena gli entusiasmi: «Sentenze simili erano già state emesse in passato per la scuola. E perchè possano essere applicate bisogna partire sempre dal presupposto che ci sia la disponibilità di posti per stabilizzare. Questa disponibilità nei Comuni non c’è. Quindi è difficile che in Sicilia possa essere applicata questa sentenza, tra l’altro emessa per un caso diverso da quello dei nostri precari»

Fonte: gds.it

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