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I seimila precari ASU annunciano lo sciopero: Da tre mesi a secco

Senza stipendi da tre mesi, senza certezze sui fondi per ii 2015, ora anche i seimila precari dei bacino Asu scendono in piazza, il 15 ottobre incroceranno le braccia e si ritroveranno a Palermo, alle 10. Sarà solo una delle tante proteste annunciate nelle prossime settimane legate alle difficoltà finanziarie e ai tagli della Regione, schiacciata dai vincoli alla spesa del patto di stabilità come ha ammesso nei giorni scorsi lo stesso assessore all'Economia Roberto Agnello. 
Sul piede di guerra sono i 25 mila forestali, i lavoratori degli enti del comparto agricolo, i formatori e adesso pure i 22.500 precari degli enti locali. Ma il presidente della Regione assicura: «Daremo priorità al pagamento degli stipendi dei lavoratori in orbita regionale».
Intanto è la protesta dei precari degli enti locali a tenere bando. «Gli Asu - dice Massimo Bontempo del Movimento dei giovani lavoratori - hanno comunque una proroga dei contratti assicurata fino al 2016. Invece per i contrattisti serve che il Comune approvi il piano triennale delle assunzioni altrimenti dal primo gennaio non potranno più lavorare». Gli Asu invece percepiscono un sussidio da circa 570 euro al mese e quattromila di loro lavorano presso i Comuni siciliani. A guidare la protesta è il comitato autonomo degli Asu e l’Ugl che martedì scorso hanno organizzato di un sit-in davanti all'assessorato regionale al Lavoro a Palermo. «Il capo di gabinetto - dice Antonio Ferranti, uno dei leader dei precari - ci ha comunicato che questo governo è privo di fondi per la copertura finanziaria del nostro bacino a partire da gennaio 2015». Lucio Oieni però replica: «Qui il problema è generale e riguarda tutto il personale in orbita regionale». Il problema degli arretrati sarebbe legato invece alla mancata firma dei mandati di pagamento.
Il nuovo dirigente generale, Dario Cartabellotta, assicura di avere dato il via libera all’iter per saldare gli arretrati. Il problema adesso riguarda tutti e 50 mila i lavoratori in orbita regionale e riguarda il cosiddetto patto di stabilità. In parole semplici, la pubblica amministrazione deve rispettare dei tetti alla spesa imposti a livello nazionale, in base alle indicazioni dell'Europa. Questo meccanismo causa però un blocco della spesa negli ultimi mesi dell'anno, anche perché sforare il patto di stabilità significa andare incontro a pesanti sanzioni. L’esecutivo dunque deve fare delle scelte consentendo a certi uffici di spendere a scapito di altri. Il governo Lombardo sacrificò i pagamenti ai fornitori, facendoli slittare di qualche tempo, dando priorità agli stipendi del personale. «Ci sono assessorati che non possono spendere- ha tagliato corto l’assessore Agnello nei giorni scorsi. Adesso Crocetta assicura di avere trovato una soluzione: «Nei prossimi giorni saranno emessi gli appositi mandati di pagamento degli stipendi dando priorità ai dipendenti degli enti, delle partecipate, ai forestali e al personale dei Consorzi e della formazione». Se e quali spese siano state sacrificate, non è stato chiarito. Di certo, Crocetta spiega che «in un incontro avvenuto con i tecnici dell'assessorato all’Economia è stato stabilito di dare massima priorità alla questione sociale e al pagamento dei lavoratori».

Tratto dal Giornale di sicilia del 28.09.2014

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