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Immobilismo e degrado dei Beni Culturali. Asu e precari utilizzabili come risorsa.

È stato convertito in legge (n. 106/2014) il cosiddetto decreto Artbonus (dl 83/14), il provvedimento contenente disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo. La norma annuncia una serie di disposizioni per la tutela del settore e lo fa soprattutto introducendo un credito d' imposta del 65 per cento per le donazioni a favore dei beni pubblici ma anche con interventi concreti nella gestione dei beni in questione. I primi risultati si cominciano a vedere già in diverse regioni italiane: i musei hanno registrato più visitatori, e quindi più incassi, e i turisti hanno accolto di buon grado anche l' apertura di diversi siti nelle ore serali.
Tra i territori virtuosi non c' è di certo la Sicilia che fatica, invece, a imprimere un' accelerazione in tal senso. Il Gruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia ci aveva provato qualche settimana fa presentando, all' Ars, un emendamento alla Finanziaria. Un nulla di fatto è stato però registrato dall' Assemblea, stralcio che si è tradotto così in un immobilismo generale nel settore della cultura. Tutto infatti è in fase di stallo.
Le aperture dei musei nelle ore serali e nei festivi rimangono ancora un' utopia per la nostra Regione visto che si ripresenta continuamente il problema della mancanza del personale. Gli Asu e gli Lsu, precari regionali, potrebbero senz' altro costituire una risorsa in tal senso - considerato che era in programma una rivisitazione dell' organico affidato ad altri enti - ma nessuna decisione è stata presa a riguardo.
L' assessorato regionale ai Beni culturali ha annunciato di voler ovviare a breve a questo problema - anche attraverso i lavoratori precari - ma la stagione estiva sta per volgere al termine e ancora una volta la Regione si è fatta cogliere impreparata dai milioni di turisti che hanno visitato e che continuano a visitare la nostra Isola.
I fondi a disposizione dei beni culturali sono sempre troppo pochi: oltre agli orari di apertura, infatti, preoccupa anche la manutenzione ordinaria - senza considerare quella straordinaria che è praticamente inesistente in tutta la Regione - e il servizio di pulizia è decisamente pessimo in molte zone.

Tratto da: Quotidiano di Siclia (26/0/2014)

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