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Lavoratori ASU 'contesi' al Parco Archeologico di Naxos. Le Mura: i lavoratori sono i nostri e li gestiamo noi.

Una cooperativa accusa l’ente culturale di essersi “impossessato” dei propri lavoratori Lsu, che invece, stando alle normative vigenti, pur prestando servizio presso altre strutture devono continuare ad essere gestiti dal soggetto utilizzatore originario
Nella prima colonia greca di Sicilia, in quest’estate 2014, tra turismo e cultura si inseriscono le polemiche. Lo “scenario” è quello del Parco Archeologico di Naxos (competente anche per la fruizione del Teatro Antico di Taormina e dell’Isola Bella) presso il quale, nei giorni scorsi, hanno preso servizio dodici unità di personale LSU (Lavoratori Socialmente Utili) dipendenti da cooperative ed associazioni di volontariato presenti sul territorio, per le quali la “convivenza” con l’ente naxiota si sta rivelando piuttosto problematica.

Ad “insorgere” è, in particolare, la Cooperativa “Isvil” di Gaggi, il cui presidente, Leonardo Le Mura, ha già provveduto ad informare di tale stato di malessere le autorità regionali e provinciali competenti (in particolare il Dipartimento Regionale del Lavoro, il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ed il Centro per l’Impiego di Messina).
«Il problema sorge – spiega Le Mura – in quanto è chiaramente emersa la volontà del Parco Archeologico di gestire direttamente i nostri otto lavoratori Lsu tramite ordini di servizio di cui il nostro ente viene semplicemente “informato per conoscenza”. La normativa nazionale e regionale in materia è, invece, inequivocabile: tutti gli obblighi, le responsabilità, gli oneri ed i vari adempimenti verso gli Lsu restano in capo all’ente utilizzatore, che nella fattispecie è la Società Cooperativa “Isvil” di Gaggi e non certo il Dipartimento Regionale dei Beni Culturali.
«Atteso che l’inosservanza della normativa in materia potrebbe comportare violazioni di leggi oltre che responsabilità di diversa natura (anche di tipo patrimoniale), abbiamo formalmente chiesto al Dipartimento Regionale del Lavoro ed al Centro per l’Impiego di Messina immediati chiarimenti in merito.
«Nel frattempo – avverte il presidente della “Isvil” – nessuna responsabilità potrà essere addebitata al nostro ente utilizzatore riguardo alle modalità di gestione dei lavoratori Lsu presso il Parco Archeologico di Giardini Naxos, verso il quale abbiamo manifestato sin dal primo istante disponibilità e volontà di collaborazione massime in un comparto (quello della fruibilità dei siti culturali del nostro territorio) che riteniamo di fondamentale importanza. Non possiamo, però, accettare di essere mortificati o, peggio, “usati”».
In effetti, appena qualche settimana fa, la Cooperativa “Isvil” si mostrava orgogliosa di questa collaborazione con il prestigioso ente culturale naxiota, salvo poi doversi ricredere.
Prendendo a prestito una nota “terminologia giurisprudenziale” di stampo berlusconiano invalsa di recente, tutto sta a stabilire quali siano i diritti ed i doveri del cosiddetto “utilizzatore finale” da una parte (ossia il Parco Archeologico) e quali quelli dell’“utilizzatore iniziale” dall’altra (ovvero la cooperativa di Gaggi).
di Rodolfo Amodeo
Fonte: http://www.gazzettinonline.it/2014/08/07/giardini-naxos-braccio-di-ferro-al-parco-archeologico_12247.html

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