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L'offerta ai precari: 5 anni di stipendi per andare via subito

Cinque anni di indennità pagate anticipatamente, senza bisogno di svolgere più alcuna attività, pur di fare uscire i precari dal bacino regionale che ogni anno costa alle casse di Palazzo d'Orléans oltre 65 milioni di euro.
Scatta il piano del governo, varato nel 2016, per provare a ridurre il numero due categorie storiche di precari, i Pip e gli Asu, che in tutto contano oltre 7 mila persone.
E in commissione Bilancio è scontro sulle stabilizzazioni degli Asu, coi deputati che chiedono di agganciare questi precari al percorso di stabilizzazione dei contrattisti dei Comuni.
Ma andiamo con ordine. I Pip sono precari palermitani, 2.554 il numero attuale, inferiore rispetto ai 3.200 di qualche anno fa in seguito a espulsioni e incentivi all'esodo erogati in questi anni.
La misura messa in atto adesso per questa categoria, però, questa volta risulta ancora più consistente: tutti coloro che hanno più di dieci anni davanti prima di raggiungere l'età pensionabile potranno fare richiesta di fuoriuscita tramite i moduli messi a disposizione sul sito della Regione.
Questi lavoratori sono impiegati presso enti pubblici, associazioni, ospedali, uffici regionali. Percepiscono un'indennità di 833 euro al mese più assegni familiari che in base al numero di figli possono incrementare il sussidio di qualche centinaio di euro. Accettando la proposta della Regione riceverebbero un bonus netto che gli uffici del dipartimento del Lavoro stimano in circa 40 mila euro, che sarebbero erogati con assegni annuali in 5 anni. Chiaramente sin da subito rinuncerebbero ad ogni rapporto con la Regione che tra cinque anni inizierebbe a concretizzare il risparmio.
Discorso simile quello degli Asu che svolgono attività socialmente utilimenti simili e soprattutto nei Comuni.
Oggi sono 5.247 e percepiscono circa 630 euro al mese. Sempre nel caso in cui siano a più di dieci anni dal pensionamento, potranno chiedere l'incentivo all'esodo rinunciando al sussidio regionale. In questo caso rispetto ai Pip l'assegno dovrebbe essere leggermente inferiore . Per gli Asu è l'occasione di lasciare un bacino che negli ultimi tempi ha vissuto parecchi problemi. Lo scorso anno le somme stanziate dall'Ars sono risultate insufficienti e ai lavoratori non è stata erogata l'indennità di dicembre.
Nei giorni scorsi l'Anci Sicilia aveva chiesto un incontro urgente all'assessore regionale al Lavoro, Carmencita Mangano, per affrontare la situazione dei lavoratori Asu in servizio presso i Comuni dell'Isola che dallo scorso dicembre non percepiscono il loro sussidio. «Una situazione - aveva detto l'Anci - che coin volge lavoratori che ormai da anni svolgono un ruolo importante negli enti locali e che, nella maggior parte dei casi, vivono solo di questo introito». Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio all'Ars ha annunciato che si ricorrerà a un debito fuori bilancio per stanziare le somme necessarie, probabilmente oltre 3 milioni. Intanto in commissione è scontro sulle stabilizzazioni. Il deputato dell'Udc Mimmo Turano e il parlamentare del Psi, Giovanni Di Giacinto, hanno proposto un emendamento che prevede di agganciare gli Asu al percorso di stabilizzazione dei contrattisti. «Non si tratta di creare nuovo precariato - dice Turano - al momento la Regione tratta gli Asu come figli illegittimi. C'è una legge per pagarli ma non ha alcun rapporto con loro che dipendono da Comuni e Inps. Io dico che i Comuni nel piano di stabilizzazione dei contrattisti devono tenere conto anche degli Asu». Dello stesso avviso Di Giacinto che in commissione ha chiesto che l'emendamento sugli Asu «venga discusso e votato, mentre il governo ha provato a riscrivere la norma che per me prevede tutta un'altra cosa, noi così non lo votiamo». L'attenzione sugli Asu resta alta, anche perché il governo punta su di loro per potenziare il servizio dell'assistenza sociale. La dirigente generale del dipartimento del Lavoro, Maria Antonietta Bullara, ha pubblicato un atto di interpello per reclutare gli Asu che, se avranno i requisiti, seguiranno dei corsi di formazione per acquisire competenze nel campo sociosanitario. Ad oggi però solo una cinquantina di loro hanno risposto, tanto che nei giorni scorsi il dipartimento ha prorogato fino a maggio la scadenza dell'interpello su input della commissione Lavoro, II basso numero di adesioni all'iniziativa ha irritato il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha espresso critiche: «Vogliamo stabilizzarli ma solo se faranno i lavori nei settori in cui la Regione ha bisogno». Ieri lo scontro in commissione su un bacino di oltre 5 mila precari, scontro che molto inevitabilmente, nell'anno elettorale, continuerà in Aula.

Fonte:gds.it

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