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Manovrina: Via alle assunzioni dei precari Asu nelle aziende sanitarie

Non solo i soliti contributi a pioggia, aumentati a dismisura nella lunga maratona della commissione Bilancio all'Ars. Nella manovra di assestamento, trasformata da leggina tecnica a mini-Finanziaria con 220 milioni di euro di spesa, saltano fuori norme di ogni tipo, che vanno molte volte in controtendenza a quanto avviene nel resto del Paese ma che servono per promettere prepensionamenti, assunzioni e stabilizzazioni. Almeno sulla carta, perché adesso il testo deve essere votato a Sala d'Èrcole e poi rimane sempre a rischio di impugnativa del governo nazionale.
Tra le norme che faranno discutere c'è una nuova finestra che consentirebbe ai regionali di andare in pensione con le norme pre-Fornero, cioè con la "quota 97" tra età anagrafica e anni di servizio. Tradotto: mentre nel resto d'Italia i dipendenti pubblici non andranno in pensione prima dei 65 anni, nell'Isola del tesoro continuano ad aprirsi finestre per andare in quiescenza a un'età inferiore.
Approvata anche una norma che salva i doppi incarichi dei dirigenti regionali: potranno trattenere il 100 per cento del compenso aggiuntivo, mentre la norma nazionale prevede la restituzione del 50 per cento del gettone o dell'indennità percepita con l'incarico. Un bel regalo per una miriade di dirigenti regionali di seconda e terza fascia, e che non si applicherà ai dirigenti generali. Con questa norma si salverebbero anche i doppi compensi dei funzionari che hanno incarichi nei cda di enti e società controllate.
Immancabili, poi, le promesse di assunzione e stabilizzazione in enti regionali in barba all'obbligo dei concorsi, della trasparenza e del merito. Qualche esempio? Una norma consente alle aziende sanitarie e agli ospedali di assumere personale Asu. Chi sono gli Asu? Sono seimila persone che da anni ricevono un sussidio di 500 euro al mese per lavori di pulizia in enti pubblici. La gran parte di loro però riceve l'assegno a casa, senza fare nulla. Un'altra norma consente l'assunzione di alcuni precari negli Istituti autonomi case popolari. E, ancora, «un articolo apre a una cinquantina di assunzione di "esperti" all'Arpa, l'Agenzia regionale per i controlli in materia ambientale», dice il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone.
Insomma, privilegi e assunzioni. Ma non è finita qui. Moltissimi i contributi a pioggia: saltano fuori non solo gli enti della ex Tabella H, ma anche alcune realtà come il teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto, la Fondazione Franco e Piera Cutino e il Centro Padre Nostro di Palermo.
C'è poi un articolo, passato in commissione, che sta creando non pochi malumori a Palazzo d'Orleans: una norma accentra le competenze in materia di «comunicazione istituzionale» all'assessorato Economia, che potrà realizzare un dipartimento ad hoc con tanto di assunzioni di giornalisti e anche la possibilità di prendere in carico tutte le competenze in materia con i fondi europei, dal turismo allo sviluppo. In ballo decine di milioni di euro.
Molte di queste norme di spesa sono state finanziate tagliando i fondi ai Comuni, ma l'assessore regionale all'Economia Alessandro Baccei getta acqua sul fuoco: «Faremo un mutuo da 65 milioni di euro per dare fondi ai Comuni». La norma però deve essere approvata entro il 5 dicembre, in caso contrario gli enti non potranno utilizzare le somme.

Fonte: Repubblica

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