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«Lavoratori Asu ostaggio delle cooperative»: sul piede di guerra la Cisl

La Cisl torna a denunciare l’anomala situazione dei lavoratori impegnati in Attività Socialmente Utili, soci di Cooperative, ma utilizzati, di fatto, presso vari Enti pubblici. Questi, come gli ASU gestiti direttamente dagli Enti ed assieme ai precari a tempo determinato, devono essere inseriti nei piani di stabilizzazione in quanto tutti inclusi nel fatidico albo regionale.

 «Oggi – spiega Calogero Emanuele, segretario provinciale della Cisl Fp Messina - apprendiamo che le Cooperative istituiscono premi di incentivazione per i soci meritevoli che raggiungono obiettivi e perseguono gli scopi della cooperativa. Un’ipotesi consentita ma non comprendiamo come una cooperativa decida di assegnare premi ai più meritevoli per realizzazione di progetti che non si è dato sapere quali siano e quando e dove vengano realizzati. Ma – aggiunge il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica – i suddetti lavoratori, anche se in servizio in Enti per l’espletamento delle loro attività, restano soci di cooperative . Una violazione di legge chiara ed evidente ma che tutte le Istituzioni preposte vogliono ignorare».
La Cisl Funzione Pubblica denuncia come questo modo di agire dura da oltre vent'anni con una forte responsabilità di tutti i governi regionali che non hanno inteso risolvere la questione, assegnando la gestione diretta dei lavoratori alle varie amministrazioni che di fatto li utilizzano.  
«Su questa vicenda – preannuncia Emanuele - non staremo fermi e chiederemo a gran voce che il Governo regionale modifichi questa legge che impedisce a questi lavoratori di essere stabilizzati alla stregua di tutti i precari siciliani.  Riteniamo, visto che la legge regionale li considera precari di lunga durata, che anche loro abbiano diritto ad essere inseriti nei percorsi di stabilizzazione».
Il costituito coordinamento ASU della Cisl Funzione Pubblica, affidato alla segretaria provinciale Paola Zito, si riunirà nei prossimi giorni per decidere le azioni da intraprendere, «non escludendo - conclude Emanuele - la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti ed all’Autorità Giudiziaria competente per fare luce su una problematica che dura da troppo tempo».

Fonte: tempostretto.it

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