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Ancora ritardi nei pagamenti, lavoratori ASU Siciliani alla canna del gas

Continua il protrarsi dei ritardi delle mensilità relative ai dipendenti ASU in forza agli Enti Pubblici, ASP, e privato sociale. I lavoratori attendono ancora le mensilità di gennaio, febbraio e marzo ed in qualche caso novembre e dicembre 2015 nella provincia di Palermo, per errori di natura burocratica degli uffici (in)competenti.
 
I vari ritardi, si sono accumulati per una serie di coincidenze - cosi fanno sapere dagli uffici preposti - per i nuovi insediamenti sostitutivi del personale andato in quiescenza negli uffici del Dipartimento Lavoro, a cui si sono sommati i tempi di approvazione e pubblicazione della manovra Finanziaria 2016, manovra a cui mancherebbero ancora 500 milioni promessi dal governo nazionale.
Ad oggi gli ordini di accreditamento per le mensilità di gennaio e febbraio per il bacino dei lavoratori ASU, sono fermi presso la ragioneria regionale, dove si trovano "parcheggiati" dal 25 marzo, in attesa dell'ordine definitivo di inoltro, resta il mistero se per la mancanza di liquidità o del personale preposto.
In ogni caso fonti di governo garantiscono che a partire dalla prossima settimana "la situazione di cassa" verrà sbloccata e i fondi per due mensilità saranno inviati all'INPS Regionale, per concludere iter burocratico di pagamento, mentre si assicura che si sta procedendo a predisporre i decreti d'impegno per i mesi successivi.
Ai lavoratori ASU stanchi delle solite favolette, non resta che digerire pane e promesse, continuando a garantire turni di lavoro e servizi per non incorrere in sanzioni disciplinari, senza alcuna tutela contrattuale e senza alcuna possibilità di far valere il diritto alla retribuzione del lavoro come disciplinato dall'art.36 della Costituzione e dell'art.2099 del Codice Civile che impongono al datore di lavoro di rispettare i vincoli contrattuali, compresa la data di erogazione dello stipendio.
La Sicilia ha toccato il fondo da un bel pezzo, corruzione, giochi di potere e di poltrone, stretta tra i tagli del governo nazionale e l'incapacità di spendere le risorse per l'occupazione messe a disposizione dalla comunità europea, costringono a sacrificare e mortificare le classi più deboli.
ASU, forestali, formatori, sportellisti, ex-pip, contrattisti, sono ormai solo cifre e numeri per la politica isolana e nazionale, che dimentica che dietro cifre e numeri c'è la responsabilità sulla vita di persone vive con famiglie, impegni, mutui, figli, rate, e soprattutto con una dignità, dignità violentata giornamente da tanti Doveri e dai pochi Diritti, dai continui ricatti, e dagli insostenibili ritardi nei pagamenti, mentre all'opinione pubblica si continua a parlare di lavoratori privilegiati, per lo sdegno e l'odiens dei talk show televisivi.

di Salvo Cariddi.

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