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I precari Asu di Avola senza stipendio da 3 mesi

A tre mesi di distanza dell'ultimo accredito, risalente al dicembre scorso, i 120 lavoratori precari Asu del Comune di Avola sono in attesa fino ad oggi della misera indennità erogata dalla Regione Sicilia lasciando gran parte delle famiglie degli stessi nella precarietà economica e cercare aiuto e sostegno nei parenti per superare il mese. Ieri a lanciare l’ennesimo grido di allarme, lamentando lo stato di precarietà in cui si trovano, sono stati un gruppo dei centoventi lavoratori che al Comune di Avola svolgono i lavori socialmente utili, la cui unica certezza a fine dello scorso anno è stata quella di aver visto rinnovato dalla Regione il contratto per tutto il 2016.
"Siamo stanchi e sfiduciati perché non si riesce più ad avere regolarmente ogni mese quel minimo vitale per poter mangiare.- dicono e lamentano in coro i precari di Avola - C'è tanta rabbia perché nessuno si occupa di noi. Giornalmente contattiamo gli uffici regionali competenti, e quando qualche impiegato si decide a rispondere alle telefonate fatte dagli Asu la risposta è sempre la stessa: «bisogna aspettare». L’ultima notizia di qualche giorno addietro è che il decreto di finanziamento è stato fatto, però bisogna aspettare che il bilancio venga pubblicato. Dopo si invierà il tutto alla Ragioneria generale, e dopo ancora alla cassa regionale che prowederà a fare i mandati all'Inps regionale, che a sua volta li trasmetterà alle sedi provinciali. Nel frattempo passerà ancora un altro mese, e noi precari Asu, in attesa, andiamo giornalmente a lavorare, senza tirarci indietro e senza creare nessun disservizio” dice F.P., sposato e con quattro figli da mantenere nello stato di precarietà in cui lavora come Asu. "Il tutto nell'indifferenza totale della politica. - accusano altri precari -. ci sentiamo con le mani legate, privi della dignità che ogni lavoratore che si rispetti dovrebbe avere. Viviamo ogni giorno le tante difficoltà che si riscontrano in tante famiglie, legate al mono-reddito, alle tante tasse, alla precarietà. Ancora una volta facciamo appelli nella speranza di avere qualche risposta. Se poi qualche politico fosse interessato, almeno ad ascoltarci e incontrarci. Noi saremmo ben grati"

Fonte: gds.it

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