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La Corte costituzionale ha deciso: "Il commissario dello Stato non potrà più impugnare le leggi regionali"

Il Commissario dello stato non c’è più. La Corte Costituzionale lo ha abrogato con la sentenza 255 del 2014 pubblicata dopo le 14 sul sito della Corte Costituzionale stessa. La questione di legittimità della figura del Commissario era stata sollevata dalla stessa Corte Costituzionale avanti a se stessa.
Ne la Regione, ne la presidenza del Consiglio dei Ministri ne il medesimo Commissario dello stato si erano costituiti in giudizio così, oggi, la Corte ha deciso di abrogare il controllo preventivo sulle leggi regionali.
Formalmente la sentenza stabilisce che con la Riforma del titolo V della Costituzione con l’ampliamento dei poteri delle regioni a Statuto ordinario si è introdotto un nuovo sistema di controllo sulla leggi regionali. La nuova norma di rango costituzionale assegna al Consiglio dei Ministri la facoltà di ricorrere contro le leggi regionali che ritiene travalichino le competenze o vadano in conflitto con norme nazionali. Ciò avviene, però, quando la legge è già in vigore.
Il commissario dello Stato, invece, in Sicilia controlla le leggi prima della loro entrata in vigore e può bloccarle. Un sistema che, dunque, per la Corte rappresenta una situazione di minor favore per l’Autonomia siciliana rispetto alle regioni ‘ordinarie’.
Per questo nel conflitto fra norme entrambe di rango costituzionale sceglie per la norma più favorevole nei confronti dell’Autonomia e abroga il Commissario dello Stato per la regione siciliana.
Di fatto da domani le leggi regionali non avranno più argine ne limite.
 Di fatto la Corte agisce a tutela dell’autonomia ma il rischio concreto è che l’abrogazione si riveli, alla fine, un limite all’autonomia stessa. La pubblicazione e dunque l’entrata in vigore delle leggi regionali non avrà più stop ma le medesime leggi potranno essere impugnate dal governo in un sistema di relazioni non più filtrato attraverso un organismo autonomo e tecnmico come il Commissario dello Stato.
Le leggi, inoltre, produrranno effetti fino all’eventuale stop della Corte anche se impugnate dal Consiglio dei Ministri e questo potrebbe creare squilibri.
Di fatto, infine, si cancellano altri 4 articoli dello Statuto siciliano procedendo a demolirlo un pezzo alla volta senza dimenticare i tanti (troppi) articoli mai applicati.

http://palermo.blogsicilia.it

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