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Due diffide dell'Unicobas al Governo Regionale per regolarizzare i lavoratori ASU e quelli della Formazione.

Unicobas Cib Sicilia ha chiesto un incontro ufficiale al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, al Dirigente dell’Assessorato Regionale al Lavoro, alle Direzioni Territoriali del Lavoro, all’Ufficio Scolastico Regionale, all’INPS e ad altri Enti Territoriali, nonché ai gruppi parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana, al fine di porre rimedio alle gravissime situazioni in cui versano i lavoratori della Formazione Professionale ed i lavoratori socialmente utili.
Su preciso mandato degli iscritti, appartenenti al bacino de cosiddetti ASU, sono state avviate da Unicobas Cib Sicilia le procedure di messa in mora e di diffida ad adempiere, con relativa azione di regolarizzazione delle posizioni stipendiali, contributive e di trattamento di fine rapporto, dei numerosi lavoratori che prestano servizio da oltre 15 anni presso i Comuni e tutte quante le altre pubbliche amministrazioni siciliane.
Unicobas ha richiamato gli enti che utilizzano detti lavoratori, a rispettare quanto contenuto nelle numerose disposizioni normative, peraltro richiamate in tutti gli ordini di servizio notificati da anni dalle stesse parti datoriali pubbliche, attraverso delle circostanziate note di trasmissione ai lavoratori interessati.
Si tratta semplicemente di applicare i diritti fin qui negati afferenti alle norme pattizie dei C.C.N.L.L. (Contratti Nazionali di Lavoro).
Parallelamente la Federazione Sindacale dei comitati di Base Unicobas Formazione Professionale afferenti agli Enti della F.P. inerente i percorsi OIF (Obbligo Istruzione e Formazione Professionale), Interventi e Servizi, ha messo in mora e diffidato la Regione Siciliana e gli altri organi che sono tenuti a rispettare le procedure di salvaguardia delle posizioni occupazionali dei lavoratori della Formazione Professionale della Regione Siciliana, richiamandoli ad assicurare anche le attività relative ai percorsi dell’obbligo di Istruzione e dell’obbligo formativo.
Le due diffide a regolarizzare la posizione lavorativa, retributiva e contributiva dei lavoratori della Formazione Professionale e degli ASU, prevedono un termine di 15 giorni entro i quali Unicobas ha chiesto di fissare un incontro con gli Enti e gli Organi responsabili, con espresso avvertimento che, in mancanza di opportune e concludenti risposte, attraverso gli adempimenti previsti dalle vigenti leggi in materia di occupazione, Unicobas Cib Sicilia si vedrà costretta ad interessare le Autorità Giudiziarie, presso tutte le sedi competenti per tutelare i diritti individuali e collettivi dei su citati lavoratori.
Le risposte richieste dovranno prevedere necessariamente la stipula dei contratti a tempo indeterminato degli iscritti appartenenti al bacino degli ASU ed il rientro in servizio e/o l’obbligatorio trattamento pensionistico, per quanto attiene i lavoratori ‘esodati’ della Formazione Professionale.
Già a partire dal 24 ottobre inizierà lo stato di agitazione di queste e di tutte quante le altre categorie di lavoratori, nonché dei disoccupati, in occasione dello sciopero generale convocato anche da altre due sigle sindacali, Usb ed OR.S.A., il cui appuntamento in Sicilia è a Catania, alle ore 10:00, nella piazza antistante Villa Bellini.
Le lotte sindacali di questo caldo autunno siciliano si preannunciano assai roventi, a causa dell’intollerante gravissima situazione occupazionale venutasi a creare, dopo anni di macelleria sociale fortemente voluta da Governi Regionali e Nazionali conniventi con un sistema di potere che ha scientificamente messo a punto il sistematico smantellamento di tutti i settori economico-produttivi e la privatizzazione di tutti quanti i servizi pubblici, dalla scuola, alla formazione, all’acqua, ad i rifiuti, ai trasporti, all’energia.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, basta solo citare, a mo’ d’esempio, la tragica situazione in cui versano 500 mila giovani siciliani, di età compresa tra i 18 ed i 24 anni che, oltre ad essere disoccupati, hanno persino rinunciato, definitivamente, a cercare lavoro.
Queste sono le premesse, se non si mette a punto un’articolata strategia di interventi a favore dei milioni di disoccupati siciliani, di una vera e propria rivoluzione sociale che già sta scoppiando in tutte le piazze e che rischia di degenerare, se non si danno delle risposte immediate a tutte quante le categorie sociali che scontano delle terribili situazioni economiche e di profondo disagio sociale.

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